Maurizio


- "Sai giocare al Due?" 

Il mio primo incontro con la Briscola Chiamata è riassumibile in questa sintetica domanda. Era il 1999, circa a metà del mese di agosto. Solitamente non sono bravo a ricordare date o anniversari, ma il caso ha voluto che la prima "chiamata" fosse associata ad un evento astronomico assai raro dalle nostre parti: l'eclissi solare (11 agosto 1999, grazie Wikipedia). Il giorno dopo aver visto attraverso una maschera da saldatore il Sole scomparire per qualche minuto, ho riempito uno zaino e sono partito per un'esperienza di campeggio in montagna, con un gruppo di giovani della ex parrocchia del sacerdote del mio paese. Il contributo indiretto o diretto della Chiesa cattolica risulterà poi fondamentale nella mia iniziale educazione alla Briscola Chiamata; del resto i primi rudimenti della semplice briscola li ho appresi proprio all'oratorio! 

- "Sai giocare al Due?" 

Non avevo la più pallida idea di cosa stessero parlando. Quei ragazzi abitavano a pochi passi dall'hinterland milanese: abitudini diverse, dialetti diversi, e modi di dire diversi. Loro chiamavano la "Briscola Chiamata" amichevolmente "Due". 

La briscola a quattro non mi aveva mai entusiasmato, troppo banale o legata alla fortuna, avevo sempre preferito giocare a scopa o scopone scientifico. Ma quell'estate imparai a giocare a Briscola Chiamata...cominciando ad apprezzarla! 

Non ricordo nulla delle partite fatte o delle mie prestazioni al tavolo da gioco. Ricordo solo interminabili serate, con punteggi ben oltre la doppia cifra (sia in positivo che in negativo), in un tendone pieno di spifferi che venivano contrastati da una tazzina di caffè rabboccata col Genepy. L'assioma ripetuto incessantemente dai compagni di tavolo era: "Sfortunato al gioco, fortunato in amore (...e viceversa)". Ogni punto positivo che mi aggiudicavo equivaleva ad un anno di astinenza dal gentil sesso e al contrario ogni punto negativo portava con sè una (mai provata) piacevole dote. 

Il secondo capitolo della mia esperienza con la Briscola Chiamata ha inizio solo poche settimane dopo, con l'ultimo anno delle superiori. Più precisamente con le lezioni di religione, o meglio con quelle ore che, in teoria, alla cultura cattolica dovevano essere dedicate. Trovo significativo a questo punto sottolineare come non frequentassi una scuola pubblica, ma un istituto di professato stampo cattolico. Il boicottaggio di massa compiuto da una classe intera che preferiva studiare (?) altre materie piuttosto che sorbirsi un'ora di religione aveva portato l'insegnante (don Guglielmo, un sacerdote) alla rassegnazione: a patto di non fare confusione avevamo carta bianca per un'ora. L'ora di studio degenerò presto in ora di (contenuto) cazzeggio e ci volle poco per prendere l'abitudine a far saltare fuori ogni volta un mazzo di carte. L'aspetto simpatico (posso parlarne ora liberamente perché il "reato" è ampiamente caduto in prescrizione) sta nel fatto che il sacerdote, don Guglielmo, si lasciò quasi subito coinvolgere nella bisca. Passammo l'anno seguendo questa routine: il sacerdote entrava, spostavamo la cattedra dal piedistallo, vi posizionavamo cinque sedie attorno, e giocavamo a Briscola Chiamata per una cinquantina di minuti. Lo stesso insegnante si dimenticò presto della proprie disposizioni. Testimoni affermano di averlo visto pestare una mano sulla cattedra e proferire le seguenti parole a gran voce: "No! A quel punto la donna è come l'asso!". Mancò poco che non bestemmiasse per una giocata errata. 

Il terzo capitolo si fonde con la BdC. Finite le superiori mi sono iscritto all'università e nuove amicizie mi hanno portato sul luogo del delitto, dove tutto ha avuto inizio: al "Boccale di Mezza Via". 

Gli eventi successivi fanno però già parte della storia della Briscola dei Campioni

Dicono di lui 

- L’Imperatore, il Re, il Dominatore assoluto. L’Augusto Ottaviano del Verbano. Lui che venne dal lago, camminando sulle acque con in mano un 4 e un 2 e riuscì a vincere una partita avendo come socio soltanto un tale Pietro e non altri 11 come il suo omologo di 2000 anni fa. La leggenda narra che basta una sua parola per aprire le acque del boccale di birra da litro di Pasquale. Altri ricordano quella volta quando, chiamando il 3, si aprì il Cielo e apparve la Trinità. Mentre in Vangelo apocrifo secondo Alan (noto portatore di verità), descrive come una volta resuscitò persino Francesco portandolo con una serie di vittorie da -43 a -23. Di più non potette. 

- Un quasi scienziato. Se devi fare i conti alle ultime mani di una partita per portarla a casa, sevi ringraziare il dio della Briscola se è dalla tua parte. 

- lo statista: ogni giocata di Maurizio è ponderata nel minimo dettaglio. Profondo conoscitore della storia e delle regole della briscola chiamata rappresenta una garanzia per chi ha la fortuna di averlo in squadra. 
- il mio magister, vero e proprio modello di ispirazione del gioco. Le rare volte che mi accorgo di giocare con lui, tiro le carte a caso altrimenti non ci sarebbe storia e vincere sarebbe troppo facile...FARO 

- il vero top player del tavolo. Costante, attento e sempre sul pezzo… difficile abbia delle debacle nonostante cibo e alcool di qualità sempre presenti in grandi quantità sul tavolo della bdc. Non sempre presentissimo vista la distanza potrebbe aver trovato un prezioso alleato in Paolo geograficamente più vicino e ben disposto ad ospitare la Bdc. HANNIBAL SMITH

- Il genio. giocatore da percentuali e statistiche. Conta le carte in maniera sapiente. Spesso spiazzato dalla demenza di chi gli gioca intorno.

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